Giovedì 15 febbraio 2018 – a Vivaro da Gelindo dei Magredi
A lezione da Tucidide
l’attività dello storiografo ateniese nell’interpretazione
geopolitica del presente
Relatore Prof. CRISTIANO RIVA
Docente di Latino e Greco presso il Liceo “G. Leopardi – E. Majorana” di Pordenone
Interessante serata del Rotary Club con il prof. Cristiano Riva, che ha svolto una relazione sul tema: “A lezione da Tucidide, l’attività dello storiografo ateniese nell’interpretazione geopolitica del presente”. Aperta la serata, la Presidente, Angelica Peresan, ha ringraziato i numerosi presenti e, soprattutto, il relatore, accompagnato dalla sig.ra Cristina. Il socio Elio Cardarilli ha espresso le sue congratulazioni per la riuscita del concerto 3 febbraio al Teatro Verdi di Maniago, che ha fruttato un notevole introito da devolvere alla “Lega Handicap” e alla “Coop sociale San Mauro” di Maniago.
La presidente ha, quindi, presentato il curriculum del relatore, che, laureato in Lettere Classiche e in Materie Letterarie presso l’Università di Trieste, è docente ordinario di Latino e Greco presso il Liceo Classico statale di Pordenone. Conseguito il dottorato di ricerca in Geostoria e Geoeconomia delle Regioni di Confine, ha insegnato presso le Università di Pola, Trieste e Udine e ha collaborato con l’Istituto di Studi Militari Marittimi, dal 2004 al 2009, nel settore di studi geostorici e geopolitici.
La relazione ha avuto inizio con brevi cenni sullo storiografo ateniese del V secolo a.c., che ha narrato la guerra del Peloponneso, combattuta tra Atene e Sparta per la conquista dell’egemonia, intesa come prima grande guerra globale dell’Occidente. Ma quel che più importa, e che rende attualissimo il suo pensiero, consiste nella sua scoperta che l’agire politico obbedisce sempre alle stesse forze interne, perché connaturate all’uomo. Tucidide ha scoperto la politica come sfera autonoma dell’attività umana. In questo senso è il primo che ne abbia intuita l’importanza nelle vicende storiche di ogni tempo: il movente ultimo che ne sta alla base è la brama di potere dei singoli Stati. Questo è il motivo conduttore dell’analisi tucididea. Il prof. Riva ha illustrato, a questo proposito, alcuni passi rilevanti dell’opera tucididea. In primo luogo, è sottolineato come il rapporto tra potenze eg emoni e i loro alleati si snodi sempre non per questioni morali o di affinità, bensì per interessi contingenti, che, in quanto tali, possono anche mutare rapidamente. Oggi, ad esempio, i rapporti tra Siria, alleati e avversari si sono così configurati, come avrebbe detto Tucidide, “o per interesse o per costrizione”; l’attuale sconfitta di ISIS ha determinato, poi, un mutamento delle alleanze.
Altra caratteristica dell’agire politico è, per Tucidide, la ricerca di un pretesto per entrare in conflitto (in realtà per interessi): si determinò uno scontro per la conquista della Sicilia di cui fece le spese Megara, che fu distrutta per la sua vicinanza a Siracusa. Altrettanto pretestuosa, in tempi recenti, è l’accusa all’Iraq di detenere materiale offensivo batteriologico, per aprire là un teatro di guerra. Le alleanze, per lo storico ateniese, si tengono in equilibrio attraverso il Timore reciproco, come vediamo accadere oggi tra Assad e l’Iran. Altra questione fondamentale è il possesso di una flotta potente per il dominio dei mari. La Cina, oggi, si trova dinanzi a questa forte esigenza; per assicurarsi il controllo del Mare deve fare forti investimenti sulla flotta e, in effetti, un grande investimento ha fatto sia sull’arsenale navale, sia acquistando un pezzo del porto di Gibuti.
M a uno stato deve tenere alto il proprio onore, la propria fama, anche a costo di bleffare, come fa in parte Putin e, in forma più direttamente presente, Erdogan, soprattutto in tempi recentissimi, come sta avvenendo per la piattaforma petrolifera a Cipro, secondo un ideale “neottomano”, che faccia dimenticare la ‘sindrome di Sèvres’, quando, nel 1920, la Turchia dovette firmare, con le potenze vincitrici del primo conflitto mondiale, la fine dell’impero ottomano.
Per ciò che concerne i rapporti col popolo Curdo, sono evidenti le analogie con ciò che Tucidide narra a proposito della ‘questione dei Melii’, tipico esempio di “alleanza per costrizione”: gli abitanti di Melos, infatti, che volevano restare neutrali nel conflitto tra Atene e Sparta, sono minacciati dagli Ateniesi, ponendo due scelte, o allearsi con loro o essere distrutti. Il Melii si appellano alla giustizia e all’umanità, ma ottengono, per tutta risposta, che essi non sono in grado di scendere a trattative, per cui tutti gli uomini vengono trucidati, le donne e i bambini venduti come schiavi. Da ciò si ricava anche un altro messaggio: se non è rasa al suolo Melos, tutti potrebbero pensare che Atene è debole e chiunque potrebbe pensare di invaderla. Qui si presentano analogie nella politica di Israele nei confronti di Hezbollah. Tucidide rileva ancora come il più grande dei pretesti, la difesa della democrazia, ovunque essa sembri minacciata, nasconda, in realtà, una volontà espansionistica armata: l’Atene del V secolo assomiglia in modo impressionante agli USA del XX secolo. Qualcuno ha parlato, recentemente, tre o quattro anni fa della “trappola di Tucidide”, alludendo ai rapporti tra USA e Cina: quando una potenza in rapida ascesa, diventa un rivale per la potenza dominante, sorgono problemi di natura bellica. Allison sostiene che, negli ultimi 500 anni , su 15 casi in cui questo accadde, in ben 11 il risultato fu la guerra. Questo squilibrio strutturale fu, secondo Tucidide, “la causa primaria della guerra tra Atene e Sparta”. La relazione di Riva ha suscitato notevoli apprezzamenti, testimoniati dal dibattito che si è sviluppato. Al termine della serata conviviale, la Presidente, nel ringraziare il relatore, gli ha consegnato il guidoncino del Club e l’edizione, curata dal Club stesso, per la celebrazione del trentennale dalla sua fondazione.