Giovedì 15 marzo 2018 a VIVARO da Gelindo dei Magredi
“FINANZA ed ETICA”
Incontro con CARLO CROSARA
già Direttore Generale di FriulAdria Crèdit Agricole
Carlo Crosara è un manager con una lunga esperienza di direzione d’istituti di credito e fra le varie esperienze è stato anche Direttore generale della Banca Popolare FriulAdria di Pordenone. Ha ricoperto molti ruoli nel mondo finanziario ed è uomo di grande esperienza e con una solida visione etica del mondo finanziario. Tra le sue attività Crosara è presidente a Vicenza dell’Onlus Diakonia, che è il braccio operativo della Caritas diocesana. Finanza ed etica è stato il tema che ha trattato nella serata del Rotary Club Maniago – Spilimbergo. Carlo Crosara, presente con la Signora Patrizia, è stato presentato dal Presidente del Club, Angelica Peresan che ha anche introdotto il tema della serata. Alla serata sono intervenuti molti soci e ospiti e fra questi l’Assistente del governatore Francesco Pezzot, con i presidenti dei Club di Sacile Centenario, Luciano Fantuz e Maria Cristina Strasiotto, presidente del Rotary Club di San Vito al Tagliamento. Il Rotaract Maniago – Spilimbergo era presente con il Presidente Kether Del Toso e Aurora Bisaro.
Crosara ha iniziato la sua relazione con due domande per cercare di individuare e spiegare le ragioni della crisi che ha investito il sistema finanziario mondiale e che ha impoverito persone, famiglie, territori, contribuenti. Si è chiesto se la crisi abbia radici anche culturali e derivi pure da un impoverimento morale con la perdita di vista delle ragioni etiche che sott’intendono al lavoro e all’uso del denaro e se l’etica possa ancora essere un fattore di controllo e progresso del sistema finanziario. Riferendosi alle origini della crisi, nel 2007-2008 ha rilevato, che a partire dagli Usa il debito è stato esagerato ed è stato moltiplicato da strumenti finanziari e speculativi che l’hanno ampliato a dismisura. La crisi è esplosa quando famiglie e imprese, ha ricordato il relatore, si accorsero che alla promessa di valore che avevano in mano sotto forma di titoli non corrispondeva più la quantità di beni reali che nominalmente assicurava. Spesso l’inganno è contenuto in prodotti complicatissimi, venduti come sicuri a ignari clienti, anche privati. Fra le tante e acute riflessioni di Crosara vale la pena di riprender quella dedicata al rapporto della finanza con l’economia. Il capitalismo industriale ha come motore l’industria manifatturiera; il capitalismo finanziario di oggi ha come motore il sistema finanziario. Il capitalismo industriale accumula capitale investendo denaro nella produzione di merci per ricavare poi ancora più denaro. Il capitalismo finanziario produce denaro mediante denaro. L’industria crea valore, il capitalismo finanziario lo estrae da persone e imprese. Il capitalismo finanziario come l’abbiamo conosciuto è una macchina sviluppata per estrarre valore dal maggior numero possibile di esseri e da ecosistemi, sviluppando un potere di condizionamento politico mostruoso. In questa maniera la finanza ha un impatto sociale decisivo sul funzionamento del sistema sociale, sul benessere sociale. Crosara ha poi proseguito la sua riflessione sulla crisi finanziaria che ha interessato l’Italia ed ha rilevato che c’è stato un pezzo di sistema di banche di minori dimensioni (il caso MPS è a parte e specifico di collusione interessi economici e interessi politici) che invece si è comportato come se quella in corso fosse una crisi passeggera e non un mutamento epocale dei mercati. Cosa ci ha insegnato la crisi? La banca è un ente privato che per sua natura copre una funzione sociale delicatissima perché con le sue scelte incide sulla qualità di vita delle persone, delle imprese, dei territori. Non può essere trattata come qualsiasi operatore di mercato. Deve essere trattata in funzione del suo ruolo sociale strategico, con regolamentazioni ad hoc senza, asfissiarla di norme o burocrazia. Le regole devono essere inquadrate in una complessiva strategia di sistema che tuteli azionisti, clienti, territori, con ripresa di guida della politica per un progetto che guardi al futuro nel rispetto della liberta di mercato. Bisogna intendersi sul principio base, ha terminato Crosara: il principio cardine dell’agire bancario deve essere il rispetto delle persone, cliente, azionista, dipendente, territorio nella loro consapevolezza delle scelte e nel loro diritto di avere risposte corrette ai bisogni. Se questo è l’obiettivo, l’impianto normativo è essenziale, ma deve diventare semplice, sostanziale, chiaro e coerente. Da quanto sopra riportato, appare evidente che la banca deve essere un agente morale che riflette e rinforza i valori del contesto in cui è inserita. Ma lo stimolo autentico deve arrivare dalla società civile. “Credo sia condivisibile la povertà dei valori nella nostra società” ha precisato Crosara “e qui il gioco si fa complicato, i tempi lunghi”. Bisogna investire sulla cultura, sulla scuola, sulle famiglie, sull’educazione civica ed anche finanziaria, per permettere a tutti, non solo ai controllori istituzionali, di vigilare sulla finanza, rendendola coerente con quello che è la sua autentica funzione, quella di essere mezzo per famiglie e imprese di svilupparsi e di creare benessere.