Giovedì 14 ottobre – Zoppola “Il Mulino”
Presentazione del libro
“Gli orfani dei vivi”
Con l’autore Fabrizio Blaseotto
e lo storico Luigi Tomat
“Gli orfani dei vivi”, è il terzo romanzo storico di Fabrizio Blaseotto, rotariano di San Vito al Tagliamento e racconta la storia degli orfani nati durante la prima Guerra Mondiale a seguito delle violenze subite dalle donne da parte degli occupanti austroungarici, nelle zone occupate dopo la disfatta di Caporetto. Le violenze sulle donne – ci racconta Blaseotto – sono state commesse anche dalle truppe italiane. Le donne, in questa parte dell’Italia che era il fronte della guerra e che ha subito le maggiori devastazioni, sono state le vittime meno conosciute della Grande Guerra e i loro figli, nati dalle violenze e dagli stupri, ne sono le vittime più innocenti. Questo nuovo romanzo è stato presentato dall’autore nel corso di una serata del club alla quale è intervenuto Luigi Tomat, rotariano del Club Lignano Sabbiadoro-Tagliamento e studioso di storia del Friuli Venezia Giulia, che ha inquadrato lo scenario storico, soffermandosi in particolare sulla rotta di Caporetto e gli errori compiuti dai vertici militari al comando delle regie truppe italiane. Blaseotto e Tomat sono stati presentati al club dal Presidente Davide Petralia, che ha aperto la serata ricordando i curriculum dei due relatori. “Gli orfani dei vivi”, segue gli altri due romanzi storici scritti da Blaseotto “Fratelli senza confini” e “Gioventù spezzata” e di quest’ultimo, ne è l’ideale prosecuzione. È una storia interessante, scritta molto bene, con un buon ritmo narrativo e che appassiona il lettore. Il filo del racconto si sviluppa nella storia di Giacomo, di Timau, sergente degli Alpini che aveva disertato sul fronte della Carnia per
rifugiarsi in Argentina e poi, a guerra finita, rientrare in Italia. Qui trova rifugio all’Istituto “San Filippo Neri”, che Mons. Celso Costantini aveva organizzato per dare ospitalità ai bambini illegittimi, nati dalle violenze della guerra, rifiutati dalle famiglie e dai padri rientrati dai fronti di guerra.
Mons. Celso Costantini, di Castions di Zoppola, vicario della Diocesi di Concordia, divenuto poi primo delegato apostolico in Cina e in seguito cardinale, realizzò l’Istituto nel 1919 e che diede ospitalità a 353 “figli della guerra”. Di tutto interesse il dialogo fra Costantini e Giacomo, che nel frattempo era diventato il principale collaboratore dell’Istituto. È un racconto di fantasia, naturalmente, ma che serve all’autore per raccontare ambienti e vicende storiche vere, anche per evitare che i drammi meno conosciuti di questa guerra siano dimenticati e di ciò va reso merito a Blaseotto.