Giovedì 7 marzo 2024 – da Gelindo dei Magredi Vivaro
LE TERRE MAGRE
Passato e presente degli esuli istriani al Dandolo
Prof. Nico Cappelletti
Il prof. Nico Cappelletti ha presentato il suo libro sulla storia degli esuli istriani al Dandolo di Maniago dal titolo “Le terre magre”. Si tratta del racconto dell’arrivo, nella località maniaghese, degli esuli istriani costretti ad abbandonare la loro terra dopo il secondo conflitto mondiale a seguito dell’annessione dell’Istria, della Dalmazia e di una parte della Venezia Giulia alla Repubblica Socialista Federale di Yugoslavia. L’esodo, avvenuto in più tempi fino al 1954, coinvolse 350 mila italiani che si videro costretti ad abbandonare i loro beni e la loro terra, oppure assoggettarsi al regime comunista di Tito. Il relatore della serata, accompagnato dalla Prof.ssa Lucia D’Andrea, dirigente dell’ISS “Il Tagliamento” di Spilimbergo, è stato presentato dal Presidente del club Moreno Dal Pont, che ha precisato che la conoscenza delle vicende storiche di questo territorio aiuterà a comprendere le radici delle dinamiche politiche e sociali che hanno influenzato la nostra comunità. Inoltre, ci porterà a riflettere sulle prospettive future di questi territori e sul ruolo che noi, come cittadini e rotariani, possiamo svolgere nel plasmare il loro destino. Il breve curriculum di Cappelletti è stato presentato da Pietro Rosa Gastaldo ed ha ricordato che il relatore, dopo la laurea in Lettere, ha insegnato per trentacinque anni nelle scuole medie di Montereale e di Maniago e poi al Liceo scientifico. Si è occupato di microeditoria scolastica e di ricerche di antropologia e di cultura locale in collaborazione con Associazioni, Biblioteche e Comuni della pedemontana e fa parte della redazione de La Piazza, rivista della Pro Maniago e collabora anche al Barbacian, rivista della Pro Spilimbergo. All’incontro erano presenti anche due testimoni di quelle vicende storiche: Sergio Gelisi, viticoltore titolare del Podere Gelisi a San Quirino, figlio di esuli istriani e da Mario Miani che l’esodo l’ha vissuto direttamente seppur da giovanissimo. L’analisi che Cappelletti ha voluto tracciare è il frutto delle testimonianze raccolte per la pubblicazione del libro dei diretti interessati che da bambini hanno seguito le famiglie nel trasferimento al Dandolo, che a quei tempi era una prateria incolta e magra. Lo Stato italiano decise di destinarvi alcune famiglie di profughi e, allo scopo, incaricò l’Ente Tre Venezie di approntare dei poderi per ospitarvi gli esuli. L’operazione fu fatta in tempi rapidissimi, ha ricordato Cappelletti, e nel 1958 iniziarono i primi insediamenti. A ciascuna famiglia vennero assegnati i lotti da coltivare e quel poco di bestiame da allevamento che consentiva una prima sussistenza. Quella del Dandolo era una terra povera, magra, come dice il titolo del libro, dove si faceva a malapena uno sfalcio all’anno, rispetto i consueti 3 o 4 nelle terre più grasse. Il Consorzio di Bonifica Cellina Meduna portò l’acqua per l’irrigazione e così iniziò la vita degli esuli sistemati in 47 poderi tutti uguali. Poi con il tempo furono realizzati i luoghi della socializzazione: l’osteria, la chiesa, il campo di calcio e le scuole elementari, seppur in pluriclassi. Quello di Cappelletti è stato un bel racconto di una realtà, quella del Dandolo, che oggi è diventata una realtà agricola importante per Maniago, grazie al lavoro, al sudore e al sacrificio di coloro che arrivarono dall’Istria, le cui generazioni d’oggi oggi guardano senza rancore al loro passato. Al termine il Presidente Dal Pont ha ringraziato il Prof. Cappelletti anche per aver donato a ciascun socio una copia della pubblicazione che è stata edita dalla regione Friuli Venezia Giulia, dal Comune e dalla Biblioteca Civica di Maniago e raccoglie molte testimonianze dei protagonisti del tempo.